"Nella vita, l’ironia mi è servita poco..." [fonte:
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- Si ringrazia l'utente Gabry78 per la segnalazione -
Al grido di "tracatrà" doppiava cartoon giapponesi. Poi venne il trio. ora Anna Marchesini scrive un libro sui sentimenti di una ragazzina. E lancia una "frustatina" ai colleghi malati di tv
di Fabrizio Roncone
«SCRIVERE UN LIBRO è sempre stato un mio sogno. ma era un sogno segreto, che tenevo nascosto dentro di me. Forse per paura, più probabilmente per pudore. Poi, però, la molla è scattata. È successo un pomeriggio, credo: ho preso un quaderno e ho cominciato. Ho scritto tutto un inverno. E ho scritto esattamente ciò che volevo scrivere. Però non è un’autobiografia, proprio no. Anche perché, scusi: a chi sarebbe interessata l’autobiografia di Anna Marchesini?».
A qualcuno, magari, sì. Ci sono quelli più giovani che vanno a recuperare gli sketch di Anna Marchesini su Youtube. Ci sono quelli che invece c’erano, e ricordano. Fu una gran sorpresa, fu la prima attrice comica della televisione a colori. Prima di lei, in bianco e nero: Franca Valeri (da sola) e Bice Valori (in coppia, spesso, con Paolo Panelli). Lei arrivò con il suo viso ossuto, lo sguardo tagliente, e due tipi accanto: Tullio Solenghi e Massimo Lopez. Il trio. «Sì… però non mi chieda subito perché ci separammo o se pensiamo di tornare insieme: prima mi faccia parlare del libro, eh?».
- Il titolo è magnifico: Il terrazzino dei gerani timidi (Rizzoli).
Il terrazzino è reale, esisteva, ci sono stata accucciata sopra. Ma quella bambina non sono io, ha solo i miei occhi, il mio sguardo.
- È un libro con più sfumature: è dolce, struggente, in qualche caso esilarante.
Ho raccontato cose viste e sentite e soprattutto provate. Nella provincia italiana degli anni Cinquanta c’era scarsa attenzione allo stato d’animo dei bambini. Erano educati più al sacrificio che al divertimento. La loro sensibilità era praticamente ignorata. Invece i bambini hanno una capacità di sofferenza enorme, dovuta al fatto che sanno osservare la vita nelle piegoline più piccole: è per questo che poi riescono anche a essere felici per un nulla...
- Il suo libro ha una scrittura molto curata.
Vede, l’ho corretto e ricorretto e ricorretto ancora. E sa perché? Per due motivi. Primo: perché a me la rilettura non fa fatica. Levigare, smussare, trovare il verbo più giusto mi diverte, non mi annoia. Secondo: be’, sa, io con il lavoro di scrittura ho comunque familiarità. Per i miei lavori teatrali ho lavorato a lungo sui testi di Tommaso Landolfi, di Alan Bennett...
Molto teatro, e di qualità: ma quasi più niente televisione. Vuol sapere se ho nostalgia? No, non ho nostalgia della tv.
- Come nacque il Trio?
Fu decisivo il fatto che io stessi cambiando casa, e che in quei mesi… credo fosse il 1980, non sapessi dove andare a dormire. Una sera qua, un’altra là. Questa cosa divertiva molto Massimo Lopez, con il quale doppiavamo i cartoni animati giapponesi...
- Facevate quelle voci strane…
Tracatrà! Achitomotooo!... Sì, esatto. ogni tanto dovevamo sospendere, perché scoppiavamo a ridere...
- E Solenghi?
Ah, ecco, no, le stavo dicendo: poi, a un certo punto, mi offrirono di andare a Torino a fare un po’ di televisione per gli italiani in svizzera. Ecco, è lì che incontrai Tullio. il quale, poco dopo, quando ebbe la proposta di mettere su un varietà radiofonico del sabato, chiamò sia me sia Massimo.
- Helzapoppin.
Certo! il programma si chiamava proprio così...
- Tre anni dopo, nel 1985, sbarcate in televisione.
Prima facciamo Tasto Matto, quindi Domenica in. Poi Fantastico 7, Sanremo…
- E I promessi sposi,ma qui siamo nel culto puro.
Sì, fu un trionfo. Era il 1990. Eravamo nel pieno della nostra forza artistica.
- Dicono che lei fosse la testa pensante del Trio.
Mah… può darsi fossi quella che cercava di non cedere alla fretta, pensavo che non dovevamo adagiarci, mi ostinavo perciò a curare tutto, dalla recitazione a ciò che scrivevamo...
- Poi, all’improvviso, vi scioglieste.
Massimo espresse la volontà di sperimentarsi da solo. E noi accettammo la sua scelta, perché il nostro patto era chiaro: stiamo insieme finché ci va, e ci viene bene.
- Il talento di Solenghi?
L’estrema malleabilità di recitazione, perfetto nel ruolo della vittima.
- E quello di Lopez?
La sua capacità di sterzare, all’improvviso, nel surreale.
- Parla di entrambi con affetto.
Siamo rimasti grandi amici, ci sentiamo, ci vogliamo bene.
- Tornerebbe a lavorare con loro?
Non è nei piani... ma... perché no? sì, certo...
- Chi le piace dei comici di oggi?
Mmhmm… Gigi Proietti.
- Intendevo della nuova generazione.
Sa, io penso che un comico debba innanzitutto essere un attore, e per essere attore debba perciò aver fatto teatro, e studiato. Oggi mi sembra che spesso si cominci direttamente in tv.
- Le è servita l’ironia nella vita?
No. Purtroppo, no.
- Ha una figlia, Virginia.
E come Virginia Woolf scrive cose bellissime… no, scherzo: però davvero è molto brava nella scrittura.
- Lei è separata. Suo marito fu trai primi a chiedere gli alimenti e…
E però sono anche passati così tanti anni… le dispiace se evitiamo di parlarne?
- Va bene. Chiudiamo sul libro, che è molto bello. L’avrà fatto leggere a qualche suo amico…
Sa cosa mi hanno detto? Che si sono emozionati. hanno sorriso, pianto, gioito, sperato. Hanno avuto la sensazione di fare una grande passeggiata con me...

- La prima pagina del nuovo libro di Anna
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