Ho rivisto Anna, ieri...ma di questo parleremo prossimamente...
Prima ci sono ancora una piccola parte di questo racconto e poi la presentazione del libro a Roma, due settimane fa. Ma anche di questo parleremo in un'altra occasione.
E' arrivato quindi il momento di riprendere da dove avevamo lasciato la condivisione di tutte queste emozioni, dato che sostenerle da soli, come sapete, non è facilissimo...
Anche Anna è raggiante. E curiosa, desiderosa di sapere da dove veniamo, se abbiamo letto i libri, se ci sono piaciuti...se ci fosse più tempo ci terrebbe lì con sè tutto il pomeriggio a parlare.
Con gli occhi.
I miei non posso vederli, ovviamente, ma sento che dicono tutto.
I suoi sono famelici e, sopra ogni cosa e come sempre, hanno quella luce...all'aperto, al chiuso, con l'illuminazione artificiale, da destra o da sinistra...quella luce non l'abbandona mai.
C'è qualcosa di bellissimo e immenso e devastante...e, quando riesco a sostenere il suo sguardo per più di cinque secondi, mi chiedo se davvero quello sia uno sguardo umano.
Ma è una domanda retorica e allora un'altra comincia a martellarmi prima, durante e dopo un incontro: perchè Lei, perchè quello sguardo dovrebbero permettere a me - una nullità, una cacchetta sulla faccia della Terra - di incontrarla, di sorriderle, di abbracciarla, di parlarle.
Io non lo so, ma è successo ancora. A Roma e ad Arezzo. Ho capito che il mio mondo non è finito, come avevo scritto, in un abbraccio indimenticabile in un camerino della RAI. Quella era solo la prima volta. Presto vivrete con me le altre due. 