Allora ci siamo...è il momento del secondo resoconto!
Sappiate che è stato difficilissimo scriverlo e che ho pianto tanto nel farlo...per cui magari un pacchetto di fazzoletti a portata di mano non guasta.
Italiani si nasce…e noi lo nacquimo/2Io non so cosa hanno provato gli altri spettatori, ma uno spettatore triofilo ne esce asfaltato.Il finale è lo stesso: cena all’una e mezza di notte con una merendina sottomarca e notte passata in un letto senza copriletto nè lenzuolo. Ma quello che è successo prima, io vi giuro, ha lasciato un solco indelebile in me.
La sera dell’8, in uno dei tanti messaggi deliranti che ci siamo scambiate una volta tornate nelle rispettive case, mia sorella Inoiosa mi scrive “Torniamoci, ti prego!”. Le rispondo in tono dubbioso, perchè non è facile prescindere dal lato economico della questione. Invece non mi accorgo che qualcosa si sta già muovendo dentro di me, quel messaggio non mi ha lasciata indifferente. E piano piano si insinua: nel tempo che resta di quella notte è solo un’idea; all’ora di pranzo è un desiderio creduto ancora irrealizzabile, ma a sera mi rendo conto di quanto sia magico (non lo dico così per dire, chi lo ha visto forse può capire) questo spettacolo. A questo punto la voglia di rivederlo si fa prepotente e il mattino dopo, quando ormai lo spettacolo fa integralmente parte di me, è una necessità irrinunciabile.
Io non so perchè ma
Italiani si nasce ti stritola lo stomaco, ti rapisce il cuore, ti imprigiona il cervello. Anzi, il perché lo so bene, solo che è emotivamente pesante da accettare.
L’ultima radio, per esempio, è uno spettacolo bellissimo: le musiche sono ricercate e il suo significato sociale e culturale è alto in senso assoluto, ma lo spettatore resta distante, sente di non farne parte. Ecco, forse è proprio questo il punto: Italiani si nasce ti invade, si impossessa delle tue emozioni, dei tuoi muscoli, dei tuoi pensieri. E tu, un piccolo e insignificante triofilo, lo possiedi allo stesso modo perché ogni sguardo, ogni parola, ogni gesto, anche solo abbozzato, di Tullio ti riportano ad una vita precedente, ad un momento che non c’è più e che non tornerà.
È come se Anna e Massimo fossero lì con lui, sul palco, e contemporaneamente seduti accanto a te, tra il pubblico.
Poiché è la seconda volta che lo vedi, non sei più così impegnato a seguire la storia e a coglierne gli spunti di riflessione, né a osservare le movenze e le espressioni degli attori; sai già tutto.
E allora ti lasci travolgere dai ricordi e dalle sensazioni provate avendo tra le mani una foto di loro tre felici, vedendoli correre spensierati su una spiaggia, commuovendoti con loro e per loro. Io l’ho fatto: quando Tullio ha cantato quella canzone (e, detto per inciso, secondo me le sue potenzialità canore sono totalmente inesplorate!), ho chiuso gli occhi e mi sono lasciata portare in quegli studi televisivi, su quella spiaggia, in quell’aula magna. E mai come ieri sera mi sono bastati quei pochi minuti per sentirmi profondamente emozionata da loro, in quanto persone che amano alla follia il proprio lavoro e che hanno un tale rispetto per il proprio pubblico che Tullio, quando ci ha riviste dopo due giorni, non ha saputo far altro che sorriderci e dirci “Dai, datemi un bacetto”. E noi, imbarazzatissime per questi incontri a distanza ravvicinata, che lo pregavamo di non denunciarci per stalking e che cercavamo di consolarlo dicendogli “Non gettarte da bacho per averci visto due volte in tre giorni!”. La sua risposta? “Sopravviverò!”. È fantastico perché sa sempre come metterti a tuo agio. Ma andiamo per ordine.
Mentre siamo lì fuori dal camerino e letteralmente ci contorciamo per il nervosismo dovuto al fatto che non sappiamo come reagirà, facciamo tanti buoni propositi di dirgli qualcosa di sensato o, perlomeno, di diverso dal solito. I nostri sguardi sorridenti si incrociano all’ingresso del camerino e rimaniamo tutti e tre silenziosi per alcuni secondi. Lui ci ha riconosciute - e dopo scopriremo che si ricordava persino i nostri nomi!!!!!!!!!!!!!!!!!!! - e una voce dietro di me dice “Ooooh, da quanto tempo!”. Non ci credo: mia sorella ha parlato, dicendo una frase di senso compiuto, in presenza di Tullio! Non pensavo che sarebbe mai accaduto. Complimenti, sorellina, e speriamo che sia di buon auspicio per il futuro!
E allora lui risponde, sorridendo: “Eh sì, da quanto tempo!”. Ancora una volta, a questo punto della storia, mi sblocco e gli dico che sì, abbiamo deciso di fare questa pazzia (la migliore che potessimo scegliere) perché mi sono laureata. Poi ci stringe la mano e ci invita a dargli un bacio. LUI a noi!

Ne consegue una specie di stato catatonico, tanto che quando mi avvicino per baciarlo sento distintamente che mi muovo come al rallentatore. Però una qualche minima funzione cerebrale ce l’ho ancora e quando allargo il braccio, sempre in slow motion, per cingergli la spalla, penso “Ammazza che spalle grandi!” e mi ci abbarbico come un koala al suo albero preferito.

Sulle guance ha di nuovo quella fantastica crema dell’altro giorno!
Dopo avergli detto di non gettarsi da bacho ed essere incespicata più volte nel discorso, riacquisto un minimo di lucidità e, mentre mia sorella si fa autografare il biglietto, dico “Qualcosa da farsi autografare si trova sempre!” e lui è d’accordo. Non fa una piega, anzi se la ride divertito, anche quando mi scopro l’avambraccio sinistro ed esclamo “Ecco, oggi ho questo da farmi autografare!”.
Che serata, amiche e amichi della notte. La grandezza di uno spettacolo si compie quando riesce a coinvolgere e travolgere lo spettatore. Se potete, vedetelo due volte: la seconda è la migliore!
P.S.: non mi ero mai accorta di quanto fosse importante l’avambraccio sinistro!
P.P.S.: come anticipato da mia sorella eravamo in una posizione da dio rispetto al palco, per vari motivi, e ho potuto realizzare alcune magnifiche foto sottobanco. Il personaggio interpretato da Tullio che meritasse queste particolari attenzioni era uno solo e quando vedrete le foto capirete anche perché. Contattatemi via mp, se le desiderate.
Ieri pomeriggio sono tornata al Teatro Nuovo, sempre col batticuore di incontrare Tullio da un momento all'altro, e guardate un po' cosa hanno staccato, apposta per me, dal pannello adiacente la sala che ospita la platea...è a grandezza naturale!


- Prima di scattare questa foto gli ho detto: "Sorridi in camera!"
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- Non vedo l'ora di appenderlo!!!
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